Parade curtains

PARADE CURTAINS
a cura di Francesca Canfora e Laura Tota

Tutto il lavoro di Daniel González è incentrato sul rito della celebrazione, intesa antropologicamente come pratica collettiva e insieme di valori e dispositivi simbolici che sono comune denominatore di tutte le società nelle varie epoche storiche.

Celebrando un evento, si innesca “un fenomeno collettivo di gran complessità che si pone in relazione dialettica con la vita quotidiana: una trasgressione paradossale dell’ordine sociale e della sua razionalità produttiva”. (Antonio Arino, Le trasformazioni della festa nella modernità avanzata).

Ph. Vincenzo Parlati

La dimensione della festa sfugge al dominio del razionale e costituisce un lessico universale: calano le inibizioni, gli atteggiamenti mutano considerevolmente per lasciare spazio al senso di leggerezza e libertà. Durante la celebrazione prevale il sentimento di vita di gruppo e comunità, scardinando gerarchie e condizioni sociali e dando luogo a una situazione collettiva di democratica uguaglianza, in cui i rapporti e le relazioni tra le persone sono semplicemente regolati dall’istinto e dalla spontaneità.

I riti celebrativi trovano nell’epoca barocca la loro maggiore espressione nelle storiche macchine da festa del Bernini, a cui idealmente si ispirano le architetture effimere messe in scena da González nelle svariate installazioni site-specific realizzate a scala internazionale.

Parade Curtains è un progetto pensato e realizzato appositamente per il complesso della Cavallerizza, per celebrare la riapertura di questo spazio e la sua riappropriazione da parte della comunità.  

Un impalpabile sipario iridescente spicca sulla sobria facciata della storica architettura alfieriana, accarezzando l’epidermide in laterizio al minimo spostamento d’aria. I cangianti riflessi di luce prodotti dai nastri multicolor in mylar coinvolgono completamente lo spazio, rendendolo performativo e protagonista assieme allo spettatore. Come afferma González: “Parade Curtains è un’idea performativa della realtà degli istanti condivisi”

L’opera instaura un dialogo con l’architettura ospite preesistente, alleggerendola e creando un sottile dinamismo cromatico che dona un respiro di gioia e nuova vita all’austero edificio.

Ph. Vincenzo Parlati

Parade Curtains appartiene alla nutrita serie dei Mylar Works, opere con cui l’artista intende commemorare ogni istante dell’esistenza, dal piacere di essere vivi alla magia di ritrovare il sole ogni mattino al proprio risveglio.

Il mylar, normalmente utilizzato per le tende dei teatri di Broadway e per confezionare caramelle, è un materiale resistente ed economico, che consente di trattare la luce stessa come materia prima. “I suoi riflessi sono protagonisti di due livelli della nostra vita: il mondo materiale e la sfera spirituale. Come nei fondi dorati delle icone orientali, ma con una leggerezza concettuale e fisica, le superfici vibranti e seducenti dei Mylar Works mettono in primo piano il piacere visivo, e smentiscono la gravità e la profondità intellettuale del loro soggetto”. 

PARADE CURTAINS – UN ANNO DOPO

PENSATE E REALIZZATE APPOSITAMENTE PER CELEBRARE IL COMPLESSO DELLA CAVALLERIZZA E LA RIAPERTURA DEL SUO SPAZIO ALLA CITTÀ, LE PARADE CURTAINS DI DANIEL GONZÀLEZ ANIMANO DA PIÙ DI UN ANNO LA CORTE DEL MOSCA DELLA CAVALLERIZZA CON IL LORO DOLCE FRUSCIO E I CANGIANTI RIFLESSI.

“Quando abbiamo pensato a un’installazione che rendesse giustizia al Cortile del Mosca, la scelta è stata semplice: le Parade Curtains attribuiscono allo stesso tempo una sofisticatezza e un’allegria che pochi altri interventi avrebbero restituito. Vi svelo un segreto: nei giorni di vento, il loro suono è capace di riconciliarmi con il Mondo e questo per me è un regalo prezioso. È diventato il mio luogo di pace.” 

Laura Tota

“Ritrovarsi in Cavallerizza di fronte alle Parade Curtains a un anno esatto dalla loro posa rende molto difficile ricordare questo luogo com’era prima o peggio immaginarlo un domani senza la loro lieve e gioiosa presenza… Con il volubile fruscio delle fronde arruffate dal vento e il rapsodico scintillio al sole, le Curtains sfiorano e solleticano la storia e il passato addensato nelle antiche mura, evocando con levĭtas la fugacità del presente e l’alea del futuro. Daniel Gonzalez ha saputo interpretare spazio e architettura in modo unico, infondendo qui tutta la gioia di vivere che sottende e anima la sua ricerca. Di tanti progetti realizzati Parade Curtains è uno dei più amati e riusciti e meriterebbe a mio avviso di rimanere dove si trova in modo permanente, anche quando Cavallerizza risorgerà finalmente a nuova vita.”

Francesca Canfora

 

L'ARTISTA

Daniel González (Buenos Aires, Argentina, 1963) vive e lavora tra New York e Verona.

Il suo lavoro nasce dalla ricerca sul rito della celebrazione e lo sconfinamento tra categorie; si declina in progetti pubblici chiamati “architetture effimere” ispirate alle macchine barocche del Bernini, banner-painting in paillettes cucite a mano, mylar works e pezzi unici indossabili presentati in performance ad alto impatto. González crea mondi deliranti, pieni di energia, spazi di libertà dove le convenzioni esistenti collassano.

Il 2022 vede la sua personale  “God of Dancing and His Amulets”  da Diana Lowenstein Gallery a Miami e “Dancing Curtains”, progetto per Exibart per la 59ma Biennale di Venezia. Il 2021 vede “Personal Disco & Chillout wall”, progetto speciale per Roma Arte Nuova, curato  da Valentina Ciarallo per Roma Arte Nuvola e “Words from the future” per la rivista Exibart entro il progetto special Pages curato da Ginevra Bria per Art Verona.  Nel 2020 “Happy Accidents”, la sua personale nella galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea di Milano.

PH. Enrico Edoardo Turinetto